Il mito della lingua franca: plurilinguismo e microcosmi identitari nelle città dell'Africa nsettentrionale tra Impero ottomano e epoca coloniale
Résumé
L'esistenza di una possible lingua franca nelle città portuali dell'Africa settentrionale all'epoca moderna viene spesso affermata in una maniera essenzialista, a mio avviso non sempre esente non solo di errori nel metodo storico, ma anche di preggiudizi legati all'eredità concettuale dell'epoca coloniale. La lingua franca sembra spesso andare da se nel panorama linguistico magrebino. Invece, non è cosi, ne da un punto di vista storico ne da un punto di vista linguistico. Non va da se dire che esisteva in queste società una lingua franca, e non va da se affermare che gli elementi lessicali trovati qua e la nella letteratura fanno lingua. Conviene tornare alle fonti e alle radici delle successive elaborazioni concettuali che hanno portato alla credenza indiscussa nell'esistenza di una lingua franca per capire come in gran parte la lingua franca ne è arrivata a costituire, più che un paradigma utile, un ostacolo alla comprensione delle situazioni nord africane di pluralità sociale, linguistica e culturale.
L'africa settentrionale era, all'epoca ottomana, una regione multilingue, ma questo non vuol dire che era nata da questa diversità una lingua intermedia, e ancora meno che questa lingua aveva dominanti carratteri latini.
L'africa settentrionale era, all'epoca ottomana, una regione multilingue, ma questo non vuol dire che era nata da questa diversità una lingua intermedia, e ancora meno che questa lingua aveva dominanti carratteri latini.
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