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V. Favini, A. Savorelli-;-ch, and .. F. Weber, Sull'araldica comunale sono fondamentali A. Savorelli, Piero della Francesca e l'ultima crociata, Segni di Toscana. Identità e territorio attraverso l'araldica dei comuni: storia e invenzione grafica (secoli XIII-XVII), pp.91-93, 1999.

. Per, P. Tortona, C. De, :. R. Fu-provvista-di-nuovi-materassi, . Rao et al., Per la Toscana si veda l'esempio di Prato portato da C. Cerretelli, La piazza ed il palazzo del Comune dal XIII agli inizi del XIV secolo, Les grands officiers dans les territoires angevins -I grandi ufficiali nei territori angioini, pp.25-28, 2017.

G. Donato, Il cosmo cavalleresco nei soffitti di età angioina del palazzo Serralunga, in R. Comba (a cura di), Alba medievale: dall'alto medioevo alla fine della dominazione angioina (secoli VI-XIV, pp.209-252, 2009.

. Per-l'iconografia-di-san-ludovico-da-tolosa, I. Italia-comunale, and . Gagliardi, Più in generale, sulla rappresentazione dei «santi angioini» nell'Italia centrale, M. Seidel, La scoperta del sorriso. Vie di diffusione del gotico francese, Per la committenza angioina a Sant'Andrea di Savigliano, si veda almeno M. Piccat, Carlo Magno e la cultura angioina in Piemonte: la cappella di San Nicola in Savigliano, vol.51, pp.60-67, 2000.

A. Savorelli, Segni e simboli araldici nell'arte fiorentina dal Medioevo al Rinascimento

M. Donato, D. Parenti, ;. Dal, and . David, Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento, p.74, 2013.

, Su questi aspetti si veda anche il saggio di Laurent Hablot nel presente volume

. Un'utile-illustrazione-degli-stemmi-dei-diversi-sovrani-angioini-È-fornita-da-ch and . De-mérindol, Per altri esempi di area toscana, non trattati nel nostro contributo, Les cavallereschi, XV, vol.II, pp.25-43, 1991.

V. Così, A. Favini, and . Savorelli, Segni di Toscana? cit, p.100

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, Sulla signoria angioina a Prato e il relativo contesto, si veda ora P. Terenzi, Gli Angiò in Italia centrale? cit, pp.100-118

C. Grassi, e, più recentemente, L. Debernardi, scheda 30, Il testo latino e la traduzione, pp.7-14, 1982.

M. M. Donato and D. Parenti, Tomei, I Regia Carmina dedicati a Roberto d'Angiò nella British Library di Londra: un manoscritto tra Italia e Provenza, pp.201-212, 2016.

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. Queste, M. M. Si-veda, and . Donato, «Cose morali, e anche appartenenti secondo è luoghi»: per lo studio della pittura politica nel tardo medioevo toscano, in P. Cammarosano (a cura di, Le forme della propaganda politica nel Due e nel Trecento, Atti del convegno internazionale (Trieste, 2-5 marzo 1993), vol.3, p.306, 1994.

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, Nella prima metà del Trecento il podestà dava lettura delle sentenze in palatio Comunis, nel quale la Sala di Dante sembra essere l'unica sufficientemente ampia per accogliere il «pubblico» costituito dal consiglio generale della terra: si veda T. Graziotti, Giustizia penale a San Gimignano (1300-1350), p.60, 2015.

J. C. Campbell, The game of courting and the art of the commune of San Gimignano, p.35, 1997.

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M. M. Donato and . Cose-morali»?-cit, , p.503

A. Savorelli, Il fregio araldico? cit, Contesti imprevedibili? cit, pp.47-61

M. L. Come-propone-giustamente and . Meneghetti, che continua però a identificare il personaggio assiso con Carlo I d'Angiò. Sui festeggiamenti organizzati in occasione delle visite dei sovrani si veda D. Norman, «Sotto uno baldacchino trionfale»: the ritual significance of the painted canopy in Simone Martini's Maestà, in Renaissance Studies, vol.20, pp.147-160, 2006.

G. Milani, Prima del Buongoverno: motivi politici e ideologia popolare nelle pitture del Broletto di Brescia, vol.1, pp.19-85, 2008.

. Id, Genealogia e uso di un'immagine medievale, 2017.

M. Ferrari-;-temi and T. Di, Per la coincidenza cronologica della pittura del ciclo con la comparsa nella documentazione, proprio a partire dal 1280, del palatium populi, si veda Statuti bresciani del secolo XIII (Leges municipales, II), Torino, 1876, 1584, col. 240, come ricostruisce ora M. Ferrari, «Palatia que appellantur de comuni». I Palatia nova di Brescia come figura della città comunale: aspetti costruttivi e architettonici, elementi decorativi, evoluzione urbana, Storia dell'arte medioevale, rel. M. M. Donato, Scuola Normale Superiore di Pisa, pp.31-62, 2011.

. Su, . Brescia, V. M. Si, . Ferrari, and . Del-broletto-di-brescia, Un esempio duecentesco di araldica familiare, Archives héraldiques suisses, vol.II, pp.181-212, 2008.

P. Merati, Tipologie documentarie, modalità espressive e forme autenticatorie delle sottomissioni a Carlo I d'Angiò dei comuni dell'Italia settentrionale, in R. Comba (a cura di), Gli Angiò nell'Italia nord-occidentale? cit, pp.333-362

, Provence Historique, vol.255, pp.85-112, 2014.

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G. Barelli, Il «Liber instrumentorum» del comune di Mondovì, vol.91, p.228, 1904.

G. Venturae, Torino, 1848, col. 750: Karolus Sicilie regis MCCCV mense marcii, ? misit in Lombardiam Raynaldum de Leto Apuliensis, eius senescallum in locis Pedemontium, cum militibus circa centum et ducentis balestreriis, qui omnes apulerunt Albe. Qui Albenses et illi de Clarasco, Savigliano et de Montevicho, suscipientes eos cum gaudio, eidem senescalco de novo fidelitatem fecerunt nomine dicti regis, Memoriale de gestis civium Astensium et plurium aliorum, in Scriptorum III (HPM, V)

R. Bevere, Notizie storiche tratte dai documenti conosciuti sotto il nome di arche in carta bambagina, in Archivio storico per le province napoletane, XXV, p.256, 1900.

P. L. Datta, Storia dei principi di Savoia del ramo di Acaia signori del Piemonte dal MCCXCIV al MCCCCXVIII, Torino, 1832, vol.20, p.59

, relativo a Demonte, ma la formula ricorre anche per gli ufficiali delle altre località, p.65

. Si-veda, J. Per-esempio, and . Boyer, Définir une haute administration au Moyen Âge tardif, in R. Rao (a cura di), Les grands officiers? cit, Conclusions, pp.352-354

L. Astegiano and C. Diplomatico-cremonese, Torino, 1898 (HPM, 22), vol.II, p.29

G. Venturae, Memoriale de gestis civium Astensium? cit

, Chronica tria Placentina a Johanne Codagnello ab anonimo et a Guerino conscripta, p.421, 1859.

P. Castris and S. Martini, , pp.249-250, 2003.

M. Seidel, La scoperta del sorriso? cit, anche per i baldacchini realizzati per gli altri angioini, pp.116-124

B. Barbadoro, Consigli della Repubblica fiorentina, vol.I, p.508

D. E. Sul and . Voltmer, Il carroccio, Torino, 1994, che, soprattutto alle p. 44-48, mostra come nei primi decenni del Trecento il carroccio

R. Il-documento-È-edito-in and . Rao, Alba nella prima metà del Trecento: società e istituzioni durante la seconda dominazione angioina, in R. Comba (a cura di), Alba medievale? cit, pp.193-195

G. Villani, Nuova cronica

R. Davidsohn, Storia di Firenze? cit, p.448

I. Rca, , p.28

G. Schiavina, A. Alexandrini, I. Hpm, . Xi, . Scriptores et al., Sulla memoria angioina e sulla sua damnatio si veda, per Firenze, A. De Vincentiis, L'ultima signoria. Firenze, il duca d'Atene e la fine del consenso angioino, Le signorie cittadine in Toscana. Esperienze di potere e forme di governo personale (secoli XIII-XV), pp.83-120, 1863.

G. M. Monti, La dominazione angioina in Piemonte? cit., n. 18, p. 358: propter absenciam et mortem dicti quondam regis Karoli comune et homines Alexandrie discordias et contenciones civiles inter se habuerunt et dapna maxima sustinuerunt, que si dictus dominus rex Karolus vixerit non sustinuissent

C. Novellis and S. Di-savigliano, , p.86

, Chronica tria Placentina? cit, p.385

C. Da and P. , , p.65

, La trascrizione dell'iscrizione è stata effettuata da L. Cerri, Il palazzo gotico, Piacenza, 1897: MCCLXXXII. Manuus Ademariis capitaneus Placentie

, Chronica Parmensia a sec. XI ad exitum sec. XIV, Parma 1858, p.212

R. M. Dessì, Les spectres du bon gouvernement? cit., in generale, pp.132-134

M. Ipotesi-avanzata-da, . Ferrari, and . Avaro, Images and words in exile. Avignon and Italy during the first half of the 14 th century, Pittura d'infamia e tradizione figurativa del tradimento politico tra Lombardia e Toscana, p.35, 2015.

. Id, Dal giglio al David? cit, scheda 48 (Sant'Anna e la cacciata del Duca d'Atene), pp.212-213

. Sulle, A. D. Di-gualtieri, and . Vincentiis, che nell'intero saggio rileva come i Fiorentini vivessero quella esperienza in continuità con le precedenti signorie angioine, in particolare quella di Carlo di Calabria; re Roberto, tuttavia, non fu il promotore di questa signoria, pur rimanendo necessariamente il punto di riferimento politico di Firenze: P. Terenzi, Gli Angiò in Italia centrale? cit, pp.18-19

M. Ferrari, . Avaro, and . Cit, , p.37

A. D. Vincentiis and L. ,

, Sulla perduta sepoltura si veda, in breve, M. Ferrari, scheda 60 (Tomba di Piero da Farnese), pp.238-239

G. Da and . Cherubini, La borghesia fiorentina e la proprietà nelle campagne di Bagno a Ripoli, in P. Pirillo (a cura di), e sono oggetto di una recente riflessione in M. Turchi, Il re delle Corti a Ruballa, pp.85-90, 2008.

. Il-sigillo-È-di-alberto-da-montagutolo, Sigilli? cit, p.454

P. Su-questi-uffici and . Terenzi, Gli Angiò in Italia centrale? cit, pp.136-142

I. Q. Le and . Santòli, Il "liber censuum" del comune di Pistoia, p.286, 1915.

G. Schiavina, Annales Alexandrini? cit., col, p.314

G. Venturae, Memoriale de gestis civium Astensium? cit, p.804

:. N. Sulle, . Gabiani, and A. Di-san-francesco-in, 14: è rappresentata anche un'epigrafe con le parole Anno Domini MCCCXIX die II octubris obiit Ugo de Baucio. Al di là della dissonanza rispetto alla data delle fonti scritte, non siamo in grado di dire, visti anche i decori della cornice, se realmente tale epigrafe fosse originale. Si noti che Roberto, quando venne ad Asti, scelse proprio il convento di San Francesco per celebrare un fastoso banchetto: Guilielmi Venturae, vol.5, pp.380-383, 1887.

, A titolo di esempio si veda il monumento funebre, pressoché coevo, 1318.

R. Taucci, G. Di-durfort-e-la-battaglia-di, and C. , Studi storici sull, pp.93-108, 1933.

, Altro modello, ma meno consistente sul piano quantitativo, sono le Biccherne senesi, per le quali può valere il discorso che stiamo per fare, Le Biccherne. Tavole dipinte delle magistrature senesi (secoli XIII-XVIII), 1984.

C. Cerretelli, Gli stemmi dei rettori forestieri, in Leoni vermigli? cit, pp.67-97

A. Schiaparelli, La casa fiorentina e i suoi arredi nei secoli XIV e XV, p.69, 1908.

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F. Et-italie and ;. L. Meneghetti, Temi cavallereschi e temi cortesi nell'immaginario figurativo dell'Italia medievale, in M. Picone (a cura di), La letteratura cavalleresca dalle chansons de geste alla Gerusalemme liberata, Atti del II Convegno internazionale di Studi, pp.173-190, 2007.

G. Donato, Il cielo dipinto? cit

P. Della and G. M. Varanini, Propaganda dei regimi signorili: le esperienze venete del Trecento, in P. Cammarosano (a cura di), Le forme della propaganda politica? cit, Continuità e divergenze tra committenza comunale e signorile sono state messe in luce soprattutto da M. M, pp.311-343

. Donato, per lo studio dell''immagine monumentale' dei signori di Verona e di Padova, Il Veneto nel Medioevo. Le signorie trecentesche, pp.379-454, 1995.

M. Ferrari, G. Di-francia, and . Di-boemia, Un Medioevo in lungo e in largo. Da Bisanzio all'Occidente (VI-XVI secolo), pp.232-243, 2014.

G. Cariboni, Comunicazione simbolica e identità cittadina a Milano presso i primi Visconti (1277-1354), in Reti medievali, Rivista, vol.9, 2008.

F. Cengarle, Tecniche di potere nel tardo medioevo. Regimi comunali e signorie in Italia, pp.89-116, 2010.

P. Zaninetta, Il potere raffigurato. Simbolo, mito e propaganda nell'ascesa della signoria viscontea, 2013.

D. , pare che la committenza angioina, almeno nella sua espressione più diretta, non sia ricorsa alle scritture pubbliche, dipinte o su pietra, che conobbero invece dal tardo Duecento uno sviluppo molto marcato in tanti comuni dell'Italia centro-settentrionale

V. A. Sulla and . Zorzi, Una e trina: l'Italia comunale, signorile e angioina. Qualche riflessione, in R. Comba (a cura di), Gli Angiò nell'Italia nord-occidentale? cit, pp.435-443

M. De-montaigne, L. Xvi-;-a.-d'ancona, and C. Di-castello, Documenti materiali e testuali testimoniano che, al pari delle istituzioni civili locali, gli angioini utilizzarono abitualmente l'immagine come strumento di «propaganda» nelle città sottoposte al loro dominio o alla loro influenza. I ritratti dei re di Napoli (a Firenze, Piacenza, Roma, etc.), le immagini delle loro imprese (a San Gimignano e, forse, a Firenze) e, soprattutto, i loro stemmi -spesso inglobati nella panoplia araldica comunale -erano dipinti o scolpiti in diversi punti della città, e specialmente nei palazzi pubblici, Giornale del viaggio di Michele de Montaigne in Italia nel 1580 e 1581, p.388, 1895.