, Giovannella Cresci Marrone e io siamo molto grate alla signora Miglioretti, proprietaria della villa, per la gentilezza e la disponibilità con cui ci ha

, Un dolio identico e delle stesse proporzioni è oggi conservato al Museo Martini di Storia dell'Enologia, a Pessione

, Per quanto riguarda l'iscrizione monumentale, sembra che Amedeo Lavy, scultore e incisore di corte, proprietario della Commenda agli inizi del XIX secolo, avendo visto i blocchi "sotto la tettoia o nell'aia di qualche cascinale" (GHIVARELLO 1960-1961, p. 138), li abbia riscattati e fatti murare nel muro di cinta della sua proprietà, dove sono visibili ancora oggi. 38 CRESCI MARRONE, pp.130-131, 1991.

. Bettale, mentre per una descrizione dei materiali più significativi vedi VANETTI 1987b. 41 BETTALE et al. 1973, p. 6. Esistono diverse versioni della planimetria, pp.3-11, 1973.

, Archivio Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie (da qui Archivio SAP)

, Per la documentazione grafica e per le schede dei singoli pezzi della sigillata e della vernice nera della fossa di scarico vedi VANETTI, 1987.

. In, C. Da, and . Murrius, artigiano noto ad Arezzo nella prima metà del I secolo, un fondo di coppetta emisferica prodotta da M. Perennius Crescens (OCK tipo n. 1408.20-21), ceramista aretino attivo tra il 30 e il 60 d.C. e un fondo di piatto della fabbrica di L. Mag(---) Vir(---) (OCK tipo n. 1085), in funzione nella pianura padana dalla metà del I secolo fino ai primi decenni del secolo seguente e probabilmente oltre. Una moneta di Agrippa, rinvenuta sul gradino della vasca centrale, non è sufficiente ad alzare la cronologia. 45 VANETTI, OCK tipo n. 1203.27), pp.39-57, 1987.

A. Gambari, Anche in questo caso le strutture più antiche si datano alla prima età imperiale sulla base del materiale rinvenuto, come nel caso chierese, in una fossa di scarico, mentre una completa ristrutturazione dell'area, con un uso esteso di laterizi, si colloca nella prima metà del III secolo. 47 Non è questa la sede per addentrarsi nelle problematiche dell'oppidum indigeno, le cui tracce certe sono state rinvenute in uno scavo realizzato in via Visca, vol.86, p.160, 1999.

, Sotto il piano di calpestio del portico sono affiorati due banchi di anfore, capovolte e sistemate in verticale con funzione di vespaio per il drenaggio e la deumidificazione del terreno. ZANDA, Cfr. Quiri in questo, pp.337-338, 1994.

. Cfr and . Barello,

. Il, . Del-tepice, and . Lungo-viale-fasano, esterno delle mura probabilmente per porre rimedio alle frequenti esondazioni che provocavano danni ingenti al centro cittadino. Il Tepice interno (noto volgarmente come rio Merdero), invece, mantenuto soprattutto come fonte di alimentazione per i mulini e, in seguito, come canale di scarico per le acque reflue, potrebbe ricalcare l'antico corso del rio. 53 BARELLO -SUBBRIZIO 2007. 54 PANTÒ et al. 2000. La sepoltura, rinvenuta durante i lavori per la costruzione della sala della Conceria, non è stata individuata con certezza, ma è supposta per la presenza di un'anfora Dressel 6B quasi interamente ricomponibile insieme a un piatto con bollo in planta pedis ÂTTICI (OCK tipo 341.2) e a una bottiglia in vetro

. Pantò, Una crescita ininterrotta fino alla completa romanizzazione è ipotizzata anche in GAMBARI, p.213, 2000.

;. Cfr and . Zanda, Quiri in questo volume; due anfore -senza maggiore precisazione -vennero alla luce anche durante la costruzione della Manifattura Tabasso. 58 PANTÒ -ZANDA 2000a e Archivio SAP, 1993.

, ), ma è molto difficile che tra le due famiglie possa esserci un legame diretto. Il fabbricante chierese, d'altra parte, non deve essere messo in relazione neppure con Q. Petronius, produttore di un mortaio rinvenuto nello scavo scout di Fontaneto, pp.191-192

I. and F. , 1-2) e rientra probabilmente tra il materiale importato dal centro o dal sud della penisola. 61 PANTÒ 1991a, PANTÒ -SCIAVOLINO 1994, PANTÒ 1994. 62 PANTÒ 1994, pp. 60, fig. in alto, 62. 63 GAMBARI et al. 1999; lo studio della stratigrafia e dei materiali non è ancora stato completato. 64 PANTÒ -ZANDA 2000a; lo studio della stratigrafia e dei materiali non è ancora completato, ma è possibile evidenziare una fase di impianto degli isolati, a cui segue una ristrutturazione che solo in parte modifica radicalmente la situazione. 65 Cfr, pp.78-79

C. Cil-v-7497, . Marrone-;-cresci, and . Marrone, , pp.46-47, 1984.

, Per questo pozzo, in realtà, si ipotizza un uso come pozzo di scarico. 71 Ad esempio Augusta Taurinorum (GABUCCI -PEJRANI BARICCO, 2009.

, Tra gli altri: vicolo Tre Re (ZANDA et al. 1993b), via

;. Padre-reginaldo-giuliani and . Bettale, 73 ZANDA 1994a-b, p. 336. 74 ZANDA 1994b. 75 "Sono state rinvenute delle fistule (tubi dell'acqua in piombo) che un tempo portavano l'acqua dai monti alla città di Chieri, ma otturate a causa di una incuria durata molto tempo, via Demaria (PANTÒ -ZANDA 2000a), piazza Cavour (PANTÒ 1991b, pp.335-336, 1962.

L. A. Rocca, 18-19; per notizie su tutti i corsi d'acqua del versante meridionale della collina chierese cfr. Il rio Tepice, 1986.

, 84 AURIGEMMA 1940. Si tratta di un condotto completamente in laterizi, con una copertura piana in tegole; le misure interne dello speco sono di 20x27 cm. La struttura è caratterizzata dalla presenza di piccoli pozzetti di decantazione posti a, vol.81, pp.69-70, 1932.

G. Scalva, 107) propone per tutti gli acquedotti piemontesi una portata molto elevata; quello chierese avrebbe condotto in città 3600 mc/die ca., misura che sembra eccessiva se confrontata con i 2400 mc/die di Lutetia e con i poco meno che 6500 mc/die con cui a Pompei venivano soddisfatti i fabbisogni di una popolazione di 12, 1987.

, Il calcolo è stato fatto, grazie ai preziosi consigli dell'ing

M. Tirelli, Nel calcolo della velocità si è tenuto conto di un coefficiente di scabrezza Gaukler-Stricker pari a 50 e di una pendenza ottimale del 2?, vol.87, p.268, 2006.

, Una vaschetta di dimensioni analoghe a quella della Commenda, coperta a volta, è stata interpretata come vasca oscillatoria all'inizio della distribuzione urbana a Statio ad Vicesimum, p.276

, Un tracciato sinuoso in modo da ridurre la pendenza è accertato anche per l'acquedotto di Ivrea, che copriva un dislivello di ben 90 m in soli 7,5 km (BRECCIAROLI TABORELLI, p.193, 1998.

, Vedi Cresci Marrone in questo volume

. Lucchino, Si tratta di un quinario di Cn. Cornelius Lentulus (RRC 345/2, 88 a.C., inv. 62289), un denario di M. Plaetorius Cestianus (RRC 405/3b, 69 a.C., inv. 62290), un asse di A. Licinius Nerva Silianus (RIC I 437, 6 a.C., inv. 62291), un asse di L. Naevius Surdinus (RIC I 386, 15 a.C., inv. 62292), un asse (16-6 a.C., inv. 62293), un AE3 di Valente, RIC IX, vol.437, pp.122-126, 1987.

, In particolare, la coppa in ceramica comune si inserisce bene tra i prodotti di tradizione preromana, mentre il fondo di bicchiere in vetro sembra riferibile a produzioni più tarde. Di difficile inquadramento è l'anforetta invetriata che, pur molto simile per impasto al vasellame invetriato della prima età imperiale, è forse già una monocottura con una forma inusuale e una decorazione che bene si inserirebbe nel panorama delle invetriate di età tardo romana. 107 VANETTI 1987a, p. 46, CP12. Non è possibile valutare la consistenza dei reperti, di cui si conserva solo un'olpe lacunosa in ceramica comune, pp.338-339

P. Bisogna, considerare che le sepolture sono state rinvenute quasi sempre prive della parte superiore, quella in cui gli effetti della combustione sono più evidenti

, Il termine cronologico certo più recente per l'intero settore di necropoli è una moneta di età flavia ipoteticamente attribuita a Domiziano

, Un esempio tra i tanti: la tb 55 della necropoli albese di via Rossini, dove i numerosi piatti e coppette bollati portano tutti la firma di Ateius o del suo lavorante Zoilus (SPAGNOLO GARZOLI 1997, pp.353-357

, Un accenno alla problematica è in VOLONTÈ 1997

. Non, poiché fondi di vasellame in sigillata si trovano normalmente negli abitati, ma è evidente come sia necessario porsi delle domande quando, ad esempio, ad Alba, su poco meno che una trentina di piatti e coppe in sigillata dalla necropoli di via Rossini (SPAGNOLO GARZOLI 1997), più della metà risulta bollato (e tra quelli non bollati una percentuale considerevole è priva di fondo!), mentre tra le molte centinaia di frammenti dell'abitato i marchi di fabbrica sono appena una dozzina, p.447, 1997.

. Da, con quale criterio venivano marchiati i vasi all'interno di una fabbrica? Quale significato aveva la firma? Un controllo sulla qualità del prodotto oppure una sorta di conteggio dei pezzi fabbricati? Sul complesso e discusso problema dei marchi sulla sigillata di produzione italica e dell'organizzazione delle officine cfr. CAMODECA 2006, p. 212, che però, a mio avviso, considera la percentuale di materiale bollato molto più alta di quanto non fosse in realtà. 114 Il rinvenimento di balsamari a forma di dattero in contesti piemontesi non è molto frequente (GABUCCI 1997, pp.92-94

, Gli studiosi non concordano sull'epoca di redazione dell'originale romano da cui la copia medievale deriva, ma si ritiene che sia la stesura finale di un itinerarium pictum raccolto nel tempo; l'opinione prevalente è che si tratti di un documento del III secolo con aggiunte di età costantiniana. 116 FILIPPI, La stessa situazione si riscontra anche in altre aree della Cisalpina, come nel caso del territorio altinate, p.44, 1998.

C. Marrone-;-cresci and . Marrone, Vedi Pantò in questo volume, pp.67-73, 1984.