Attraverso la città. Una lettura dei mawlid in Egitto - HAL-SHS - Sciences de l'Homme et de la Société Accéder directement au contenu
Article Dans Une Revue Bollettino della Società Geografica Italiana Année : 2014

Attraverso la città. Una lettura dei mawlid in Egitto

Résumé

Agli inizi di febbraio 2011, mentre gli oppositori del presidente Mubarak occupavano piazza Tahrir al Cairo, il giornale egiziano «al-Dostûr» titolava: Mawlid al-hurriya midan Tahrir [Mawlid della libertà in piazza Tahrir]. Il mawlid (in arabo: «anniversario») è una celebrazione in onore di un santo, organizzata ogni anno intorno al mausoleo a questi dedicato. Mawlid significa letteralmente «celebrazione», ma, nel senso comune, il termine rimanda anche a un grande assembramento di persone in uno stesso luogo. Il parallelismo e l’allusione proposti dal quotidiano «al-Dostûr» non appaiono del tutto incongrui nel proporre la comparazione tra l’inedita fase di contestazione rivoluzionaria che agitava la piazza del Cairo e i festeggiamenti tradizionali del mawlid. Nel corso del XX secolo, i governi egiziani, pur nella loro diversità, sono stati accomunati dal fatto di aver dichiarato illegale quasi ogni forma di manifestazione. In questo quadro, i mawlid hanno rappresentato le rare occasioni possibili e ricorrenti di assembramento di folle, nonostante che siano stati spesso autorizzati previo controllo costante delle autorità e, in alcuni casi, anch’essi vietati. Seguendo il suggerimento di Hannah Arendt, secondo cui lo spazio pubblico potrebbe essere visto come «spazio potenziale d’apparenza tra gli uomini agenti e parlanti», possiamo leggere questi eventi come delle forme di spazio pubblico; effimero, ma – data la ciclicità delle celebrazioni – ricorrente. È certamente per questo loro carattere complesso e pubblico che le autorità (di governo o religiose) hanno trattato i mawlid con prudenza, quando non con vero e proprio sospetto. L’impossibilità, da parte delle autorità, di bandire e abolire del tutto i pellegrinaggi e le feste religiose come i mawlid, non ha impedito il tentativo di contenerli, neutralizzarli, canalizzarli, eluderli, stigmatizzarli o di limitarne la portata fino a soffocarli del tutto. In ordine cronologico, l’ultimo dei tanti tentativi di contenimento del fenomeno – intensificatisi negli ultimi tempi del regime di Mubarak – si è registrato con le misure stabilite dal governo nel 2009, in occasione dell’epidemia di influenza aviaria (H1N1); misure che vietavano esplicitamente i mawlid, fra cui quello di Zaynab al Cairo, in quel momento in corso di organizzazione. Benché il divieto fosse apparentemente giustificato da ragioni sanitarie, l’impressione è che, per il governo repressivo di Mubarak, il rischio «epidemia» abbia rappresentato soprattutto un pretesto per interdire assembramenti in grado di destare ben altri timori rispetto alla sola paura del contagio.

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  • HAL Id : halshs-01015503 , version 2

Citer

Anna Madoeuf. Attraverso la città. Una lettura dei mawlid in Egitto. Bollettino della Società Geografica Italiana, 2014, Forme, spazi e tempi della marginalità, VII serie XIII (fascicolo 1), pp.55-62. ⟨halshs-01015503v2⟩
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